Le isole Eolie

Lipari, Stromboli, Vulcano, Salina, Panarea, Alicudi, Filicudi costituiscono l’arcipelago delle isole Eolie, o Lipari. Si trovano poco distanti dalle coste settentrionali della Sicilia. Appartengono infatti alla provincia di Messina. La leggenda vuole che le Eolie, e Vulcano in particolare, fossero la fucina di Efesto, il dio greco del fuoco. Le isole sono infatti di origine vulcanica. Su due di esse, Stromboli e Vulcano, i vulcani sono ancora in attività e, proprio recentemente, si sono fatti sentire.

E i vulcani hanno contribuito a creare la varietà di paesaggi che costituisce una delle principali bellezze dell’arcipelago, insieme al suo mare pulito e alle tracce di tutti i popoli che lo hanno abitato.

Lipari è la più grande delle isole. Il suo nome antico è Meligunis. L’isola conta la presenza di ben dodici vulcani spenti. Da questi vulcani si ricavano due materiali che da sempre costituiscono la ricchezza dell’isola: la pietra pomice e l’ossidiana.

Escursioni sull’isola di Lipari

Da Marina Lunga un tunnel di circa 200 m permette di raggiungere Canneto, il secondo centro dell’isola, costituito da due strade parallele al mare e case affacciate sulla spiaggia.

Proseguendo nella stessa direzione, verso Campo Bianco, si assiste ad un gradevole, repentino cambiamento di paesaggio e gradazione luminosa delle acque del mare. Da Marina Lunga si può raggiungere Pirrera e da qui compiere un’escursione alla Forgia Vecchia, il più ampio cratere di ossidiana dell’isola, a 300 m di altitudine sul livello del mare.

Lasciando invece Lipari dalla strada comunale Conti Eller Vainicher, si raggiunge il belvedere di Quattrocchi, da cui osservare le coste frastagliate e i faraglioni alti 70 m, Vulcano e, in lontananza, l’Etna.

Da qui, proseguendo lungo la strada provinciale, una sorta di nastro che collega l’isola in tutte le direzioni, si raggiungono le Terme di San Calogero che, come dimostra la struttura circolare recuperata all’interno della costruzione romana (XVII secolo a.C.), erano frequentate già a partire dall’età del Bronzo.

La stazione attuale è stata costruita nel 1867 ed è in fase di restauro. L’acqua raggiunge una temperatura di 60°C e le analisi scientifiche condotte nel 1872, 1907, 1933, hanno sempre confermato la presenza di sali di bicarbonato, solfati e sodio.